Quanti italiani si fanno un tatuaggio?

Quanti italiani si fanno un tatuaggio? A che età ci si fa il primo tatuaggio? Dove si posizionano generalmente i tatuaggi? E, ancora, per quali motivi si decide di compiere questo passo?

Sono queste solo alcune delle (tante) domande che gli appassionati del tattoo o i semplici curiosi si pongono più o meno frequentemente e… per avere una risposta puntuale abbiamo chiesto un aiuto agli esperti di tatuaggio.it , sito internet di riferimento nel mondo della tattoo art & co.!

Quanti italiani si fanno un tatuaggio

Quanti sono gli italiani tatuati?

Cominciamo con il primo dato statistico di base: quanti sono gli italiani che hanno almeno un tatuaggio sulla propria pelle?

Un primo riscontro ci arriva direttamente dall’Istituto Superiore di Sanità, secondo cui i tatuati in Italia sono circa 7 milioni di persone, pari a quasi il 13% della popolazione. Un fenomeno che, anno dopo anno, si conferma in continua crescita, e che però comprende una quota (pur minoritaria) di soggetti che hanno scelto di optare per un tatuaggio con finalità mediche e estetiche, il trucco permanente.

Per quanto concerne una ripartizione dei dati per genere, i tatuaggi sono più diffusi tra le donne (13,8%) rispetto agli uomini (11,7%).

Se poi ci si domanda quando ci si è tatuati per la prima volta, emerge come il primo tattoo viene mediamente effettuato a 25 anni, anche se la fascia maggiore dei tatuati riguarda quella tra i 35 e i 44 anni (pari al 29,9%). Ancora marginale, per quanto in crescita, la quota di minorenni tatuati: il 7,7%.
Complessivamente, si dichiarano soddisfatti del proprio tatuaggio circa il 92% delle persone, ma il 17% ha comune intenzione di rimuoverlo, e quasi il 5 % lo ha già fatto.

Dove si posizionano i tatuaggi?

Non è una sorpresa il fatto che gli uomini preferiscono tatuarsi gli arti, con le braccia preferite alle gambe, e le spalle. Per le donne l’attrazione sembra invece quella di arricchire la parte inferiore del proprio corpo, tatuandosi piedi e caviglie.

Poche sono le differenze, in tal senso, su base geografica, a dimostrazione di una buona omogeneità di intenti per quanto attiene il posizionamento dei tattoo. A proposito di distribuzione geografica, un tatuato su quattro risiede nel Settentrione, e quasi uno su tre ha una laurea, mentre due su tre lavorano.
Fortunatamente, quasi 9 persone su 10 si sono rivolte a un centro specializzato per tatuarsi, ma purtroppo 1 su 10 si è rivolto a canali esterni, privi di relativa autorizzazione.

L’importanza di ricorrere a uno studio specializzato

Proprio su questo ultimo dato è bene soffermarsi per qualche istante. Anche se la pratica del tatuaggio è sempre più diffusa e sempre più apprezzata, questo non significa certamente che non debba essere affrontata con la necessaria consapevolezza.

Il tatuaggio non è un adesivo che si applica sulla propria pelle, ma è un processo che consiste nell’introduzione intradermica di pigmenti che entrano in contatto con il nostro organismo, e che rimangono lì per sempre. Ecco perché è fondamentale, al fine di contenere le reazioni avverse, ricorrere a dei professionisti.

Stando ai dati ISS, infatti, sono circa il 3% i tatuati che dichiarano di avere avuto complicanze o reazioni al tatuaggio e, tra di essi, è probabile che la quota sia quasi esclusivamente riconducibile a coloro che non hanno seguito l’accortezza di rivolgersi a un centro specializzato per il tattoo…

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