Addominoplastica che Delusione

Vi è mai capitato di parlare con una vostra amica che è rimasta insoddisfatta dopo Addominoplastica?

Oggi ne parliamo col Dr. Luca Grassetti, uno dei più esperti in Italia e nel panorama internazionale su questo intervento, per cercare di capire come evitare di avere una “delusione”

Le insoddisfazioni dopo un’addominoplastica, ben riuscita senza complicanze, possono derivare da 3 motivi:

Addominoplastica

1. Sbagliata indicazione all’intervento: la pancia non è piatta.

Alcuni pazienti credono che l’addominoplastica faccia dimagrire, altri la vedono come un rimedio alternativo all’esercizio fisico ed un corretto stile di vita, altri ancora come una soluzione parziale alla diminuzione della circonferenza vita. Dobbiamo tener presente che abbiamo 2 tipologie di grasso: quello sottocutaneo e quello viscerale. Il primo è quello che si aspira con la liposuzione e che viene tagliato via con l’addominoplastica: non è nocivo per la nostra salute. Il secondo è quello sito in profondità, sotto la parete muscolare, avvolge i visceri, ovvero l’intestino, il fegato, lo stomaco, la milza ecc.… Quest’ultimo, che drena direttamente nella vena porta quindi nel fegato, è responsabile della sindrome metabolica, di una serie di malattie cioè legate ai valori di colesterolo e pressione alta nel nostro sangue, che ci portano lentamente alla morte precoce: il “Killer silenzioso”.


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Questo grasso occupa un volume importante del nostro addome e lo riconosciamo perché sembra di avere un pallone dentro la pancia. “Non sarà forse gonfiore, ovvero aria intestinale”? Il gonfiore di solito non è costante, ma va e viene nel corso della settimana o della stessa giornata: è legato a cosa e come mangiamo e da come nutriamo la miriade di microrganismi che abitano il nostro Colon. Chi invece ha sempre la pancia “tosta e piena come un tacchino”, probabilmente sarà farcito di grasso viscerale. Pensate ai poveri organi addominali che vivono soffocati da tutto questo tessuto adiposo.

Ebbene, pur ammettendo che un paziente del genere abbia pelle e grasso sottocutaneo in sovrabbondanza da essere candidato all’addominoplastica, dopo l’intervento ahimè non sarà mai pienamente soddisfatto, perché si vedrà con la pelle tirata, ma con l’aspetto curvo e teso come un pallone, impropriamente detto “gonfio”.

Che fare? Attuare un programma metabolico funzionale col Dietologo e col personal trainer prima dell’intervento, affinché questo riesca al top. Se invece ho fatto già l’addominoplastica e non sono soddisfatto, sono comunque ancora in tempo. Infatti, con la diminuzione della circonferenza addominale, la pelle residua della pancia potrà perdere tensione ed al massimo potremmo avere la necessità di tirarla un pochino di più facendo un “ritocco” ambulatoriale. La vostra salute in ogni caso vi ringrazierà.

Operazione di addominoplastica

Operazione di addominoplastica

2. Cicatrici alte, larghe, asimmetriche, pigmentate, ipertrofiche, orecchie di cane.

Precisiamo subito che nessun chirurgo ha intenzione di fare cicatrici lunghe, alte o larghe al paziente. La cicatrice viene solitamente fatta in modo tale che possa essere coperta da uno slip. Se abbiamo poca pelle da togliere, la pelle residuante in alto dovrà tirare di più per arrivare a coprire la perdita di sostanza. In questi casi si opta per l’aggiunta di una cicatrice verticale, che rimarrà per sempre visibile al centro della pancia, oppure per una cicatrice che tira e che quindi potrà andare incontro a uno degli inconvenienti di cui sopra. Condizione affinché una cicatrice sia di ottima qualità è infatti l’assenza di tensione ai margini dei lembi che la costituiscono. Se vi siete mai tagliati con un coltello a casa, avrete notato che la pelle è poi rimarginata da sola, senza punti, e talmente bene che a distanza di anni fate fatica a trovare la cicatrice. Perché? Poiché non avete portato via pelle, i margini non avevano tensione così che le cellule produttrici di cicatrice (fibroblasti), non hanno faticato nel fare il loro sano lavoro. Viceversa, in talune addominoplastiche, la tensione è tanta e, malgrado tecniche raffinate di high superior tension o altre modifiche dello schema classico, bisogna pagare il prezzo di una cicatrice meno bella, ma pur sempre tutta nascosta dallo slip. Non dimentichiamo che la pelle è elastica, quindi a distanza di 1 o 2 anni si può effettuare in ambulatorio chirurgico una revisione di cicatrice, quando cioè non ci sarà più tensione ai margini della stessa.

In questo contesto voglio ricordare le orecchie di cane, ovvero degli arricciamenti di pelle molto brutti ai lati della cicatrice orizzontale. Appaiono di solito quando il chirurgo vuole accorciare troppo la cicatrice, rispetto alla vastità della pelle da togliere, oppure quando si effettua una liposuzione dei fianchi senza voler allungare un po’ la cicatrice dell’addominoplastica, per asportare la pelle inflacciditasi dopo l’aspirazione del grasso. Non preoccupiamoci troppo perché si possono asportarle in ambulatorio chirurgico, allungando la cicatrice lateralmente.

3. Ombelico largo, piatto, che tira.

L’ombelico nell’addominoplastica standard non si sposta, è la pelle circostante che trasla attorno ad esso. Durante l’intervento il suo peduncolo solitamente si accorcia così che possa risultare alla fine infossato. A piacere si può restringere o allargare, ovvero dargli la forma che si desidera. Se il buco, nella pelle che trasla e migra verso il basso, viene fatto non esattamente in corrispondenza dell’ombelico, quando questo riemerge potrebbe tirare verso l’alto o verso il basso. Nei mesi successivi di solito, poiché la pelle è elastica e si adatta, il problema si risolve. Se non si risolve però bisogna reintervenire spostando di qualche centimetro il buco, per farlo corrispondere esattamente alla posizione del peduncolo.

Se è stato fatto troppo largo, parimenti si può rimpiccolire asportando una ciambella di pelle attorno alla cicatrice ombelicale.

Se invece ci ritrovassimo con un ombelico “a filo di pancia”, dovremmo chiederci se la pelle circostante avesse del grasso sufficiente per consentire all’ombelico di affondare. L’ombelico infatti è pelle che viene ancorata alla fascia muscolare. Avrà pertanto lo spessore del resto della pelle della pancia. Se il tessuto adiposo della cute che circonda l’ombelico è pressoché assente, è chiaro che l’ombelico, essendo pelle senza grasso, si ritroverà allo stesso livello della cute circostante. Viceversa, lo vedremo “ombelicato” nei pazienti con tessuto adiposo più rappresentato, perché la cute che circonda l’ombelico sarà più in superficie.

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